Vaccino Covid, come farlo in Serbia: si può anche scegliere quale

Con le tante frenata al piano vaccini in Italia, sono in molti a scegliere strade alternative per sottoporsi all’inoculazione di un siero anti Covid. L’unica via di uscita per tornare alla normalità, sembra ormai chiaro, è infatti data dall’immunità di gregge, raggiungibile solo con un numero di vaccinati superiore alla metà della popolazione totale. Tra le strade per avere il farmaco prima degli altri c’è quella di andare all’estero. Il turismo vaccinale non è infatti vietato, e alcuni Paesi danno la possibilità agli stranieri, anche senza permesso di soggiorno, di ricevere l’iniezione.

Come prenotare e scegliere il vaccino anti Covid in Serbia

Tra questi c’è la Serbia, che ha avviato una campagna parallela per i non residenti che prevede la possibilità di scegliere tra i vari preparati a disposizione, ovvero quelli a tecnologia mRna di Pfizer e BionTech o Moderna, quelli a vettore virale come AstraZeneca e il russo Sputnik V o quello con virus inattivato Sinopharm, prodotto in Cina. Gli ultimi due sono ancora in attesa dell’autorizzazione all’uso da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema).

L’ambasciata italiana di Belgrado spiega che tutti gli italiani possono accedere alla vaccinazione in Serbia a partire dall’11 gennaio, anche se non provvisti di permesso di soggiorno. Per farlo è necessario esprimere il proprio interesse a vaccinarsi contro il Covid-19 compilando un questionario presente sul portale governativo eUprava, che per il momento è disponibile solo in lingua serba, sia con caratteri cirillici che latini. Sulla piattaforma è possibile esprimere una preferenza multipla per diversi vaccini.

Il vaccino è gratuito e la somministrazione viene effettuata in strutture pubbliche. Attenzione, però. Per registrarsi su eUprava è necessario avere un numero di telefonia mobile serbo. Per questo è possibile acquistare, anche online, una sim card straniera e attivarla. Si verrà contattati alla prima disponibilità, considerando che anche in Serbia, come in Italia, si procede in base alle fasce di priorità previste dal piano vaccinale.

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